La cessione del quinto è una particolare forma di prestito personale dedicata a lavoratori dipendenti e pensionati che, a fronte del finanziamento ottenuto, possono rimborsare le rate facendole trattenere sullo stipendio o sull’assegno pensionistico.
In questo articolo scopriremo che è possibile ottenere la cessione del quinto anche in caso di adesione a un fondo pensione - soprattutto se si tratta di un fondo pensione negoziale come il Fondo Priamo - e in che modo ottenere anticipazioni e riscatti anche quando non è stato ancora rimborsato totalmente il finanziamento ottenuto.
Tra le diverse possibilità di finanziamento a cui è possibile accedere, lavoratori dipendenti e pensionati hanno un’opportunità in più: la cessione del quinto.
Si tratta di un prestito personale per avere la liquidità necessaria per sostenere spese di vario genere. È infatti un credito non finalizzato; questo vuol dire che non è necessario collegare a esso un obiettivo di spesa particolare. Il richiedente è dunque libero di farne richiesta senza dover comunicare i motivi per cui si sta indebitando.
Un’altra caratteristica che differenzia questo tipo di prestito personale dagli altri è la forma di rimborso da cui deriva il nome: ogni mese si cede il quinto della pensione o dello stipendio. Il denaro, dunque, viene restituito sotto forma di trattenuta in busta paga o cedolino pensione.
Saranno poi il datore di lavoro, l’INPS o la cassa di previdenza privata a girare l’importo dovuto all’istituto di credito o alla finanziaria che ha erogato il prestito.
Per approfondire, ti invitiamo a leggere il nostro articolo Come funziona la cessione del quinto.
La garanzia a tutela dell’istituto di credito o della finanziaria che concede un prestito con cessione del quinto è rappresentata dal TFR del lavoratore.
Cosa significa?
Che se il debitore non dovesse onorare le rate, per esempio in caso di perdita del posto di lavoro, la finanziaria potrebbe pretendere il versamento del TFR dall’azienda o dal fondo pensione scelto a rimborso del credito vantato.
Dunque, il TFR resta a garanzia della cessione del quinto in tutti i casi possibili, e cioè:
Negli ultimi due casi elencati, occorrerà però comunicare i vari passaggi alla finanziaria in modo da assicurarsi che anche le garanzie della cessione del quinto passino di mano tra azienda e fondo o tra fondo e fondo, con l’assenso del creditore.
Com’è noto, però, i fondi pensione si dividono in fondi chiusi - categoria a cui appartengono i fondi negoziali come il Fondo Priamo - e fondi aperti.
Vediamo se ci sono delle differenze nel caso della cessione del quinto.
Il fondo pensione chiuso o negoziale, come Priamo, è una forma di previdenza complementare destinata ai lavoratori dipendenti, privati o pubblici, costituita in base all’iniziativa delle parti sociali mediante accordi collettivi a qualunque livello, oppure per effetto di regolamenti aziendali o di accordi fra lavoratori autonomi o liberi professionisti promossi dai sindacati o dalle associazioni di rilievo almeno regionale.
Dunque, un fondo pensione chiuso viene costituito da sindacati e associazioni datoriali ed è previsto all’interno dei CCNL di categoria.
I lavoratori possono decidere se far confluire in questo tipo di fondo il proprio TFR, tramite adesione esplicita, entro 6 mesi dall’assunzione, o con adesione tacita, se entro quel termine non esprimono la propria volontà.
In alcuni casi esplicitamente previsti dal proprio CCNL, inoltre, l’iscrizione avviene in automatico, tramite la cosiddetta adesione contrattuale.
Ad esempio, i lavoratori assunti con il CCNL Autoferrotranvieri Internavigatori (Mobilità/TPL) e Noleggio Autobus con conducente e le relative attività correlate aderiscono al Fondo Priamo tramite quest’ultima modalità.
Questo significa che, se un lavoratore che ha aderito al Fondo Priamo fa una richiesta di finanziamento con cessione del quinto, non avrà difficoltà a ottenerla, dal momento che la finanziaria avrà la certezza di trovare la garanzia del TFR nel fondo pensione.
Diverso è il caso dei fondi pensione aperti, che sono istituiti da banche, assicurazioni, Società di gestione risparmi o Società di intermediazione mobiliare.
L’adesione a questo tipo di fondo pensione può avvenire in forma individuale o, se espressamente prevista da un accordo tra il fondo e l’azienda relativo alle modalità e ai termini di adesione dei dipendenti, su base collettiva.
La cessione del quinto per gli aderenti ai fondi aperti potrebbe incontrare maggiori difficoltà in fase di istruttoria, perché alcuni di essi non sono escutibili, ovvero il fondo non provvede a versare il TFR alla finanziaria qualora sia necessario, ad esempio per il mancato pagamento delle rate a causa della perdita del lavoro.
La non escutibilità, dunque, fa venire meno in partenza la garanzia del TFR legata alla cessione del quinto.
Gli aderenti al fondo pensione possono chiedere delle anticipazioni della propria posizione individuale per il 75% dell’importo in caso di spese sanitarie o per acquisto/ristrutturazione della prima casa per sé o per i figli (ma nel caso di acquisto/ristrutturazione devono essere trascorsi otto anni dall’iscrizione al Fondo), oppure per il 30% e con almeno otto anni di permanenza nel fondo per ulteriori esigenze.
Ma, in caso di una cessione del quinto in corso, l’anticipazione è condizionata dall’esistenza di un debito residuo con la finanziaria.
Dunque, può essere concessa soltanto se non pregiudica la garanzia. Questo significa che, per ottenere il benestare dell’anticipazione da parte della finanziaria che ha erogato la cessione del quinto, la posizione individuale residua deve essere maggiore o uguale al debito residuo.
Anche in caso di riscatto totale o parziale della posizione individuale detenuta nel fondo, vale lo stesso discorso fatto per l’anticipazione: il benestare dipende dal debito residuo e dalla garanzia necessaria presente nel fondo a seguito del riscatto.
Se la posizione individuale residua non copre la garanzia, non sarà possibile ottenere il riscatto.
Ricordiamo che il riscatto parziale, nella misura del 50%, può essere richiesto nei casi di cessazione dell’attività lavorativa che comporti l’inoccupazione per un periodo di tempo non inferiore a 12 mesi e non superiore a 48 mesi, in caso di procedure di mobilità, cassa integrazione guadagni ordinaria o straordinaria, o in caso di esodo incentivato.
Il riscatto totale della posizione individuale maturata può essere invece richiesto nei casi di invalidità permanente che comporti la riduzione delle capacità di lavoro a meno di un terzo e in caso di cessazione dell’attività lavorativa che comporti l’inoccupazione per un periodo di tempo superiore a 48 mesi.
Il riscatto totale può essere richiesto anche in caso di perdita dei requisiti di partecipazione; tuttavia, tale facoltà sarà fiscalmente meno agevolata rispetto alle altre forme di riscatto.
Approfondisci sulla nostra pagina Prestazioni prima del pensionamento
Ricapitolando, per gli aderenti a un fondo pensione, soprattutto se negoziale come Priamo, è possibile accedere alla cessione del quinto. Gli aderenti ai Fondi chiusi infatti hanno il vantaggio della garanzia del TFR che l’istituto di credito (o la finanziaria) richiede per concedere il prestito.
Per ottenere anticipazioni o riscatti del Fondo Pensione, occorre considerare l’entità del debito residuo con la finanziaria.
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