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Cos'è la relazione rischio-rendimento

Quando si parla di investimenti, la relazione rischio-rendimento è fortemente correlata e comporta che questi due fattori vadano di pari passo.

Vedremo che al crescere del rischio generalmente corrisponde un aumento dei rendimenti, e come sia fondamentale effettuare alcune valutazioni di carattere sia soggettivo sia oggettivo, per meglio identificare la tipologia di investimento più confacente alla propria propensione al rischio.

Analizzeremo le definizioni di rischio e di rendimento, verificheremo in che modo questi ultimi sono correlati e quali sono le valutazioni utili a scegliere uno strumento finanziario rispetto a un altro.

Infine, scopriremo quali sono le linee di investimento del Fondo Priamo e come si articolano in funzione del rischio e del rendimento.

Definizioni di rischio e rendimento negli investimenti

Iniziamo col soffermarci sul significato di rischio e rendimento, in relazione ovviamente agli investimenti e alla gestione del risparmio.

Pur trattandosi di due elementi che vanno di pari passo, è opportuno separarne le definizioni per comprendere in che modo si relazionano tra loro.

Rischio

Il rischio, o meglio la propensione al rischio, è la capacità di sopportare l’incertezza correlata a un certo investimento piuttosto che ricevere con certezza un valore atteso. Al contrario, l’avversione al rischio si concretizza sempre con la preferenza per un ammontare certo rispetto a un valore aleatorio.

Esistono tipi di rischio diversi, ciascuno con le proprie caratteristiche e possibilità di individuazione.

I principali fattori di rischio possono essere individuati in:

  1. rischio specifico: è la tipologia di rischio che si corre quando l'investimento è legato al rischio peculiare di uno specifico strumento finanziario o settore, ed è eliminabile attraverso la diversificazione (investimento su più strumenti finanziari);
  2. rischio sistematico: con questa espressione si fa riferimento al rischio legato alla "normale oscillazione del mercato" nel quale si sta investendo, e per questo motivo non è eliminabile. Il rischio sistematico, diversamente dal rischio specifico, è calcolabile statisticamente in termini di "deviazione standard", detta anche volatilità;
  3. rischio del gestore: questo tipo di rischio si verifica in tutte quelle situazioni in cui coloro che gestiscono il portafoglio (gestori), investendo il denaro, non si pongono come obiettivo di superare l'indice di riferimento.

La propensione al rischio è una valutazione soggettiva, che varia di persona in persona, sia in base alla capacità dell’investitore di sopportare una perdita temporanea o definitiva, senza per questo compromettere il proprio tenore di vita (capacità di rischio), sia in base a un fattore psicologico che misura la capacità dell’investitore di sopportare una perdita, senza per questo andare in ansia (tolleranza al rischio).

Rendimento

Il rendimento è il frutto dell’investimento in uno strumento finanziario e, solitamente, viene espresso in termini percentuali.

Rappresenta, in parole semplici, il reddito generato dal capitale investito e, a differenza della propensione al rischio, è un dato oggettivo e misurabile.

Leggi anche il nostro approfondimento Quali sono i principali strumenti finanziari

Come funziona la relazione rischio-rendimento

Come detto, generalmente, rischio e rendimento crescono insieme. Dunque, all’aumentare del rischio di un dato investimento, tendenzialmente aumenterà anche il suo rendimento.

Un'ottimale scelta dell’impiego dei propri capitali dipende dagli obiettivi dell’investitore e dal mix tra rischio e rendimento desiderato.

Facciamo due esempi esplicativi, basati su investimenti diametralmente opposti:

  • chi desidera accrescere in maniera consistente il proprio capitale, ottenendo dunque rendimenti elevati, dovrà fare i conti con un rischio più elevato di non ottenere quel rendimento e di perdere, in tutto o in parte, il capitale investito;
  • chi intende preservare il proprio capitale, invece, decide di rinunciare a rendimenti consistenti per ridurre al minimo il rischio.

Per determinare con la migliore approssimazione possibile la propensione al rischio, e di conseguenza la selezione degli strumenti finanziari e dei relativi rendimenti, occorre tenere presenti i seguenti aspetti:

  • valutare il proprio patrimonio, incluse le prospettive reddituali future, e determinare la percentuale dello stesso che si è disposti a rischiare per ottenere maggiori profitti;
  • ottenere informazioni accurate sull’investimento che si intende affrontare, in modo da ridurre al minimo le valutazioni soggettive;
  • definire il grado di tolleranza al rischio, dunque la capacità soggettiva di affrontare fasi incerte e i rischi connessi.

Queste operazioni risultano fondamentali, in particolare per scollegare la propensione al rischio dall’emotività e da possibili errori di valutazione dovuti alla scarsa informazione sullo strumento finanziario in oggetto.

Rischio e rendimento nel Fondo Priamo

Vediamo, infine, come vengono investiti i capitali degli aderenti al Fondo Priamo a seconda della relazione rischio-rendimento.

Per prima cosa, occorre precisare che il Fondo Priamo è un fondo multicomparto, dunque presenta più di una linea di investimento, in modo da permettere agli aderenti la possibilità di scegliere tra diversi strumenti.

Questo perché, ad esempio, un lavoratore prossimo alla pensione tenderà ad avere un approccio più conservativo sul capitale investito, mentre un giovane neoassunto potrebbe scegliere un comparto con una percentuale di rischio più elevato, contando anche su un orizzonte temporale maggiore, utile ad ammortizzare eventuali flessioni del mercato finanziario, ma con maggiori possibilità di rendimento.

Vediamo una per una le linee di investimento del Fondo Priamo, in ordine crescente dal punto di vista del rischio-rendimento.

1. Garantito Protezione

Si tratta del comparto con il minor rischio e, dunque, minore rendimento, ed è quello in cui confluiscono i TFR tacitamente conferiti e il contributo versato dalle aziende per le adesioni contrattuali.

Tale comparto, che prevede un orizzonte temporale breve, sarebbe ideale per gli aderenti prossimi al pensionamento (fino a 5 anni prima del pensionamento), che intendano avere un approccio conservativo sulla posizione maturata.

Il Fondo investe in titoli di debito a breve-media scadenza, come titoli di Stato dei Paesi OCSE, titoli di debito Corporate e azioni (queste ultime entro il limite dell’8%).

2. Bilanciato Prudenza

Linea di investimento della categoria bilanciata, prevede una moderata esposizione al rischio e investe prevalentemente in titoli obbligazionari, mentre gli investimenti in titoli azionari, non possono superare il 17,5%.

Tale comparto, che prevede un orizzonte temporale di medio periodo, sarebbe ideale per gli aderenti che si trovino tra 5 e 10 anni dal pensionamento.

3. Bilanciato Sviluppo

Come la precedente, anche la linea Bilanciato Sviluppo rientra nelle linee di investimento della categoria bilanciata, presenta una maggiore esposizione al rischio e rendimenti più elevati nel lungo periodo, con investimenti in titoli azionari, che comunque non possono superare il 35%.

Tale comparto che prevede un orizzonte temporale di lungo periodo, sarebbe ideale per gli aderenti che si trovino a oltre 15 anni dal pensionamento.

Conclusioni

Affidare a un Fondo Pensione - e più nel dettaglio al Fondo Priamo - i risparmi destinati all’integrazione pensionistica, dunque, è una scelta volta a tutelare il capitale accantonato e fornisce l’opportunità di scegliere fra diverse linee di investimento valutando la relazione rischio-rendimento.

Inoltre, aderendo al Fondo è possibile cambiare linea di investimento nel corso del tempo, andando incontro alle diverse esigenze che si possono manifestare proprio in termini di propensione al rischio o all'accrescere dell’età anagrafica.

Va comunque precisato che, come visto nel paragrafo precedente, non esistono comparti “a rischio zero”. Per questo è fondamentale affidarsi a un soggetto esperto e competente in materia come il Fondo Priamo, che lavora nell’interesse esclusivo degli aderenti e che definisce, nelle linee generali degli investimenti (Asset allocation strategica e Investment Guidelines), il grado di rischio e di volatilità dei diversi mandati d’investimento, cui i gestori sono rigorosamente tenuti ad attenersi.

Leggi anche il nostro approfondimento Perché è così importante diversificare gli investimenti

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