Le società di gestione del risparmio (SGR) sono istituti di intermediazione finanziaria e svolgono un’attività di gestione collettiva del risparmio.
Come vedremo, però, possono occuparsi anche di gestione individuale del patrimonio di singoli risparmiatori.
Vediamo, quindi, nel dettaglio cosa sono le SGR, quali sono i requisiti che devono soddisfare, in cosa consistono le loro attività, chi controlla il loro operato a tutela dei risparmiatori e qual è il legame tra SGR e fondi pensione.
Quando parliamo di Società di Gestione del Risparmio, o SGR, ci riferiamo a istituti di intermediazione finanziaria, introdotti in Italia con il decreto legislativo n. 58/1998, altrimenti noto come Testo Unico della Finanza.
Le SGR svolgono un’attività di gestione collettiva del risparmio e, per farlo, devono ottenere un'apposita autorizzazione rilasciata dalla Banca d'Italia, sentita la Consob (Commissione nazionale per le società e la borsa).
Di seguito le condizioni da soddisfare per poter operare in qualità di SGR:
L'associazione di categoria delle SGR è Assogestioni, con sede a Milano.
Le SGR svolgono in via esclusiva l'attività di promozione e di gestione di fondi comuni d'investimento, i quali appartengono alla categoria degli organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR).
Queste società possono anche essere autorizzate a svolgere la gestione individuale di portafogli di investimento e il servizio di consulenza, e si classificano sulla base delle funzioni. In particolare, è possibile distinguere tra:
L’attività di gestione, a sua volta, è di tre tipi:
Come accennato, oltre a gestire i fondi comuni di investimento e i fondi pensione, una SGR può ricoprire anche il ruolo di “promotore”, dunque curarne l’istituzione realizzando le attività a essi connesse o strumentali, stabilite dalla Banca d'Italia.
La normativa impone che vi sia una netta separazione tra le attività di gestione e promozione, disponendo inoltre che le SGR non possano svolgere alcun altro tipo di servizio finanziario o d'investimento, come ad esempio l'attività di negoziazione.
Sull’operato delle SGR vigilano tre organi di controllo: Banca d'Italia, Consob e Ministero dell'economia e delle finanze.
Inoltre, sulle partecipazioni al capitale delle società di gestione del risparmio esistono delle limitazioni. Nel dettaglio:
Anche in merito alle partecipazioni assunte da parte delle SGR, vi sono alcuni limiti di legge:
I bilanci delle SGR devono essere sottoposti a revisione legale, da affidare a una società di revisione iscritta in un apposito albo tenuto dalla Consob.
Per quanto riguarda il diritto di voto:
Concludiamo ricordando che, in fase di richiesta di autorizzazione a operare da parte della SGR, la Banca d'Italia è tenuta a negarla nel caso non risulti assicurata la sana e prudente gestione.
Come anticipato nei paragrafi precedenti, le SGR sono legate ai fondi pensione per due diverse tipologie di attività. Esse, infatti, possono:
Concentrandoci sull’attività di gestione dei fondi pensione negoziali, come il Fondo Priamo, occorre precisare che questi ultimi non investono direttamente le risorse, ma affidano l’attività a istituti di credito, compagnie assicurative, imprese di investimento o, appunto, SGR.
Si capisce, dunque, come la separazione tra istituzione e gestione e lo stringente impianto normativo a cui le SGR sono sottoposte hanno come obiettivo rafforzare le tutele e le garanzie del risparmiatore.
Ricordiamo, infine, che i fondi negoziali come il Fondo Priamo, a differenza dei fondi aperti, sono istituiti nell’ambito della contrattazione collettiva e non hanno scopo di lucro. Aspetti, questi, che consentono loro di perseguire l’esclusivo interesse degli iscritti e di minimizzare i costi di gestione del fondo stesso.
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