La busta paga è un documento ricco di informazioni, racconta la storia mensile del lavoratore, le ore di presenza, quelle di assenza, gli straordinari, le feste e tutto ciò che è collegato all’orario di lavoro, al compenso percepito e a imposte e contributi, e non solo.
In questa mole di dati, sono ricompresi anche quelli legati al TFR.
Per conoscere l’importo dell’accantonamento mensile e del totale accumulato nel corso dei mesi o degli anni, bisogna però avere la giusta bussola.
Ecco la guida per trovare l’informazione che stai cercando.
I lavoratori dipendenti, nel corso della propria carriera lavorativa, maturano il Trattamento di Fine Rapporto, il TFR.
Esso è noto anche con il nome di liquidazione, dal momento che si tratta di una somma che viene accantonata mensilmente e poi versata al lavoratore al termine del rapporto di lavoro.
Abbiamo parlato di un accantonamento mensile, dunque l’importo spettante viene indicato in busta paga.
Indicare il TFR sul cedolino è obbligatorio, dal momento che su questo documento vanno indicate tutte le spettanze del lavoratore, incluse quelle differite come la liquidazione (importi che non ti vengono corrisposti ma che sono comunque tuoi).
Pur trattandosi di dati obbligatori, la struttura della busta paga non è sempre uguale per tutti, spesso le informazioni sono organizzate in maniera diversa e annotate in posizioni differenti sullo schema.
Ma ti indichiamo che cosa devi cercare per conoscere l’importo dell’accantonamento mensile.
Puoi trovare un’intera sezione dedicata al TFR, come in questo caso. Oppure le voci indicate una per una con la parola TFR sempre presente, come “imponibile TFR”, “accantonamento TFR mese” ecc.
In sostanza è molto importante analizzare il documento e cercare le parole “TFR” o “Trattamento di Fine Rapporto”, perché come abbiamo detto la presenza di questi dati è obbligatoria per legge.
Abbiamo visto in che modo cercare e individuare l’accantonamento mensile per il TFR, ma dalla busta paga puoi ricavare un dato molto importante: l’importo del TFR già accantonato, dunque accumulato negli anni.
In questo modo puoi fare le tue valutazioni circa il “tesoretto” accumulato e le scelte lavorative e previdenziali per il tuo futuro.
In sintesi, dunque, in busta paga puoi trovare le seguenti informazioni legate al TFR:
Ti ricordiamo che lasciare il TFR in azienda è soltanto una delle opzioni che hai. L’altra soluzione è di farlo confluire in un fondo pensione, come Fondo Priamo, in modo da contribuire alla tua previdenza complementare che andrà a integrare l’assegno pensionistico pubblico al momento del definitivo ritiro dal lavoro per la pensione.
L’adesione a un fondo pensione può essere:
La busta paga torna nuovamente in tuo aiuto, perché l’accantonamento al fondo deve essere chiaramente esposto, come vedi nell’immagine.
Se hai scelto di mantenere il TFR in azienda devi sapere che puoi decidere in qualsiasi momento di aderire al fondo pensione, compilando il relativo modulo e avviando i versamenti.
Chi decide di versare il TFR al fondo pensione in un secondo momento può ottenere il conferimento, da parte dell’azienda, anche del TFR pregresso e non soltanto quello che matura dal momento dell’adesione al fondo in poi? La risposta è: dipende.
Infatti, non è sufficiente la sola volontà del lavoratore, ma occorre sottoscrivere un accordo con il datore di lavoro. Per il conferirlo a Fondo Priamo, ad esempio, bisogna compilare il modulo per il versamento del TFR pregresso e consegnarlo in azienda, in modo che questa lo completi fornendo il dettaglio dei diversi periodi di maturazione del TFR, dal momento che il trattamento fiscale cambia a seconda che esso sia stato maturato prima del 2000 e/o prima del 2007.
Chiudiamo ricordando che la tassazione del TFR destinato al fondo pensione è, generalmente, più conveniente rispetto a quella del TFR lasciato in azienda.
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