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I fondi pensione negoziali hanno costi più bassi

Quando si sceglie di destinare i propri risparmi a un determinato investimento, uno degli elementi da non sottovalutare è rappresentato dai costi di gestione, ovvero quelle spese che possono andare a erodere una parte del capitale accumulato; per questo motivo, non bisogna mai dimenticare di controllarle.

In caso di adesione a un fondo pensione negoziale, in particolare, l’iscritto si troverà ad affrontare costi più bassi rispetto a qualsiasi altra forma di previdenza complementare.

In questo articolo vedremo perché i fondi negoziali hanno costi più bassi, cos’è l’indicatore sintetico dei costi (ISC) e in che modo utilizzarlo per fare delle scelte oculate. Analizzeremo, inoltre, il legame tra costi e orizzonte temporale. Infine, indicheremo quali sono le risorse a disposizione degli iscritti a Priamo e quali scelte sono state fatte dal Fondo per ridurre ulteriormente i costi di gestione.

Costi e natura dei fondi pensione negoziali

I costi della previdenza complementare e la natura delle diverse forme presenti in Italia sono strettamente collegati.

Questo avviene perché i fondi pensione negoziali si configurano come organizzazioni senza scopo di lucro istituite a seguito della contrattazione tra rappresentanze datoriali e sindacali, a differenza di altre forme di previdenza come i fondi pensione aperti e i piani individuali pensionistici (PIP).

Avendo una natura senza scopo di lucro, i fondi negoziali offrono agli aderenti costi molto contenuti, mentre altre forme di gestione del risparmio, avendo scopo di lucro, hanno la necessità di remunerare le attività svolte.

In sostanza, dal punto di vista dei costi, un lavoratore dipendente il cui CCNL preveda un fondo pensione negoziale non dovrebbe avere alcun dubbio sulla forma di previdenza complementare da scegliere.

I costi contenuti e l’attività svolta nell’esclusivo interesse degli aderenti rendono infatti i fondi negoziali la scelta ideale, a cui aggiungere i benefici derivanti dall’opportunità di conferire il TFR e di ottenere il contributo aggiuntivo del datore di lavoro a fronte del versamento di un contributo minimo dell’aderente.

Leggi anche il nostro approfondimento Cos'è e come funziona un fondo pensione negoziale

Cos’è l’ISC e come funziona?

Per verificare, nella pratica, le differenze nei costi tra le diverse forme di previdenza complementare, è possibile fare riferimento all’indicatore sintetico di costo (ISC), un numero espresso in percentuale tramite il quale stimare i costi complessivi e fare dei raffronti.

Questa percentuale si determina a partire da due ipotesi, che definiscono un aderente-tipo al fondo pensione:

  • versamento contributivo annuo di 2.500 euro;
  • tasso di rendimento annuo del 4%.

L’indicatore viene inoltre calcolato con riferimento a differenti ipotesi di permanenza nella forma pensionistica complementare, in particolare 2 anni, 5 anni, 10 anni e 35 anni.

In questa sede osserviamo i valori aggregati degli ISC al 31 dicembre 2022, come da rilevazioni della COVIP (Commissione di Vigilanza dei Fondi Pensione).

indicatore sintetico dei costi

 

Guardando la tabella appare subito evidente che, qualsiasi sia il comparto di investimento prescelto, i costi dei fondi pensione negoziali (FPN) sono quelli nettamente più contenuti, addirittura di oltre 4 volte rispetto ai fondi aperti nel comparto azionario e quasi 7 volte nel medesimo comparto rispetto ai PIP.

Come detto, si tratta del dato medio sulla totalità dei fondi e PIP, ma ognuno può esaminare gli indicatori delle singole forme di previdenza complementare che intende esaminare, dal momento che tutte sono tenute a esporre questi dati nelle proprie Note Informative.

Leggi anche il nostro articolo Che cos'è l’indicatore sintetico di costo di un fondo pensione

Perché è importante conoscere i costi di un fondo pensione?

Nella scelta della forma di previdenza complementare più adatta alle proprie esigenze, i costi dei fondi pensione sono uno dei fattori da considerare al pari di orizzonte temporale, rischio e rendimento.

I costi di gestione, in effetti, incidono direttamente sull’entità della prestazione pensionistica, dunque maggiori sono i costi e minore sarà l’importo della pensione integrativa, a parità di condizioni (tempo e rischio/rendimento).

Per avere un’idea concreta su questo passaggio, riportiamo un passaggio della Relazione Annuale Covip 2021, che fornisce un esempio numerico:

“su orizzonti temporali lunghi anche piccole differenze nei costi producono un impatto rilevante sulla prestazione finale. Ad esempio, a parità di altre condizioni, un capitale di 100.000 euro accumulato dopo un periodo di partecipazione di 35 anni su un prodotto con un ISC dell’1 per cento si ridurrebbe di circa il 18 per cento (scendendo a 82.000 euro) nel caso l’ISC fosse stato del 2 per cento.”

Ecco perché fare dei raffronti tra i costi delle diverse forme di previdenza complementare è importante e, se il proprio CCNL prevede la possibilità di aderire a un fondo negoziale, il lavoratore dovrebbe valutare con attenzione la possibilità di aderire.

I costi del Fondo Priamo

Priamo è il fondo pensione negoziale riservato ai lavoratori dipendenti addetti ai servizi di Trasporto Pubblico e ai lavoratori dei Settori affini, istituito senza scopo di lucro da ASSTRA, ANAV e FILT (CGIL), FIT (CISL), UILTRASPORTI.

Anche chi aderisce a Priamo può contare su costi bassi e, attraverso l’indicatore sintetico di costo, fare un confronto tra i costi offerti dal Fondo e quelli delle altre forme di gestione del risparmio.

Inoltre, Priamo di recente ha compiuto due passi che hanno determinato un ulteriore abbassamento dei costi per gli iscritti:

  • la rinegoziazione della commissione finanziaria sul comparto garantito;
  • il nuovo contratto per il servizio di depositario.

Si tratta di scelte che avvantaggiano gli aderenti, peraltro in una fase economica di aumenti generalizzati dei prezzi.

Per approfondire, invitiamo a consultare la nostra pagina Confronta costi.

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