Qual è la differenza tra un fondo pensione a prestazione definita e un fondo pensione a contribuzione definita? In questo articolo vedremo nel dettaglio come funzionano queste due tipologie di fondo pensione e come differiscono, sia dal lato della contribuzione nel corso della vita lavorativa sia da quello della prestazione finale riconosciuta sotto forma di pensione integrativa.
Nel dettaglio, vedremo caratteristiche e funzionamento del regime di prestazione definita e del regime di contribuzione definita. Analizzeremo, poi, tutte le differenze tra i due regimi, a partire dagli importi certi e variabili fino ai rischi per lavoratori e gestori, passando per sostenibilità finanziaria ed entità della pensione integrativa.
Infine, vedremo qual è il regime del Fondo Priamo, il fondo negoziale riservato ai lavoratori dipendenti addetti ai servizi di Trasporto Pubblico e ai lavoratori dei settori affini.
Aderendo a un fondo pensione il lavoratore accantona periodicamente delle somme di denaro, con l’obiettivo primario di ottenere un capitale e/o una rendita al termine della propria vita lavorativa.
Proprio sul fronte della contribuzione nel corso della vita lavorativa e della prestazione finale, occorre sapere che esistono due tipologie di fondi pensione:
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I fondi a prestazione definita consentono al lavoratore di conoscere a priori quale sarà l’entità della prestazione finale che gli verrà erogata al momento del pensionamento.
Pertanto il lavoratore conosce già in partenza, al momento dell’adesione al fondo, quale sarà la sua pensione integrativa.
Ma come si ottiene una prestazione predefinita? Attraverso il periodico adeguamento dei contributi che il lavoratore è tenuto a versare al fondo pensione.
Dunque, in questo caso la contribuzione è variabile e dipende dalla gestione finanziaria del fondo pensione e dai rendimenti generati nel corso del tempo. Questo significa che il lavoratore potrebbe:
I fondi pensione a contribuzione definita, per contro, hanno una contribuzione prestabilita su base contrattuale, mentre la prestazione pensionistica finale dipenderà dagli importi accumulati nel corso degli anni e dai rendimenti ottenuti dal fondo in fase di gestione.
In questo caso, dunque, il lavoratore conosce in partenza quanto dovrà versare periodicamente, sotto forma di percentuale minima della propria retribuzione, ma non l’importo della prestazione finale.
La prima differenza che emerge subito tra i due regimi, quindi, è quella relativa all’importo di cui il lavoratore è certo, in un caso la prestazione, nell’altro la contribuzione.
Ma vediamo quali sono le altre differenze tra queste due tipologie di fondo pensione.
I lavoratori dipendenti, sia privati che pubblici, compresi i soci di cooperative, possono aderire soltanto a fondi pensione in regime di contribuzione definita.
I lavoratori autonomi e i liberi professionisti possono aderire sia a fondi a contribuzione definita sia a fondi a prestazione definitiva.
In sostanza queste due categorie di lavoratori sono le uniche a poter scegliere a quale tipologia di fondo aderire, mentre per i lavoratori dipendenti non è possibile esercitare questa scelta.
La contribuzione definita è finanziariamente parlando più sostenibile, dal momento che il lavoratore nel corso degli anni non incorre in “brutte sorprese”, come un brusco incremento della contribuzione, come potrebbe accadere a chi aderisce a un fondo a prestazione definita.
In questo caso, il lavoratore che aderisce a un fondo a prestazione definita ha il vantaggio di stabilire a priori l’importo della pensione integrativa, mentre nel caso della contribuzione definita il lavoratore non ha questa certezza, sebbene vedremo che anch’egli può comunque monitorare la situazione e avere contezza della pensione integrativa futura.
Il regime di prestazione definita, oltre che per il lavoratore in fase contributiva, risulta maggiormente rischioso per il gestore del fondo poiché questo si impegna a erogare una prestazione predeterminata, il cui ammontare non tiene conto dei risultati ottenuti dalla gestione delle risorse raccolte.
Tale rischio in parte si riversa sul lavoratore in fase di adeguamento al rialzo della contribuzione.
Il Fondo Priamo è in regime di contribuzione definita. Abbiamo detto che nel caso della contribuzione definita, l’entità della contribuzione è certa mentre quella della prestazione non lo è.
Tuttavia, gli aderenti al Fondo Priamo possono essere costantemente informati circa la stima dell’importo che l’iscritto riceverà al momento del pensionamento accedendo all’Area Riservata.
Inoltre, questo importo è disponibile sul Prospetto delle prestazioni pensionistiche - Fase di accumulo, che il Fondo Priamo trasmette annualmente ai lavoratori aderenti.
Perché è importante tenere sotto controllo questo importo? Perché è sempre possibile, attraverso una rimodulazione volontaria dei contributi, ad esempio tramite versamenti volontari una tantum, pianificare i propri versamenti per avvicinare la stima del montante finale alla pensione integrativa desiderata, sulla base delle proprie esigenze.
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