Home > Blog di Priamo > Cosa si intende per gestione finanziaria attiva e passiva

Il blog di Priamo

Cosa si intende per gestione finanziaria attiva e passiva

La gestione finanziaria rappresenta l’insieme delle scelte di investimento di un dato soggetto o di un’organizzazione che si occupa di gestire, appunto, i fondi altrui.

Si tratta di un’attività che può essere organizzata sia in maniera attiva che passiva, dove con queste espressioni si intendono due diverse modalità di gestire gli investimenti che presentano entrambe dei pro e dei contro da prendere in considerazione quando si decide in che modo impiegare i propri risparmi.

In questo articolo vedremo come funzionano la gestione finanziaria passiva e quella attiva, andando poi ad analizzare tutti i vantaggi e gli svantaggi legati a queste diverse tipologie di investimento, tenendo sempre ben presente che ciascun investitore ha esigenze proprie legate anche a degli obiettivi specifici.

Vedremo, infine, in che modo investono i fondi pensione.

Cos’è la gestione finanziaria passiva?

La gestione finanziaria passiva è una strategia di investimento che ha l’obiettivo di replicare le performance di un dato indice di mercato.

Un esempio di indice è il noto S&P 500 (Standard & Poor 500), il più importante indice azionario statunitense, che segue l'andamento di un paniere di titoli composto dalle 500 aziende statunitensi a maggiore capitalizzazione, quelle, cioè, con il maggior valore derivante dal prodotto tra il numero di azioni in circolazione e il loro prezzo.

Gli investimenti passivi sono rappresentati da strumenti, come fondi indicizzati o ETF (Exchange Traded Funds), che cercano di replicare la composizione e la performance dell'indice sottostante.

Come per tutte le opzioni di investimento, questo tipo di gestione presenta una serie di pro e contro che occorre conoscere, anche tenendo ben presente la propria situazione finanziaria, gli obiettivi per cui si sceglie di investire e la propensione al rischio.

Vantaggi della gestione finanziaria passiva

I vantaggi derivanti dalla scelta di una gestione passiva sono molteplici, tra cui i seguenti:

  • Semplicità: la gestione passiva è un approccio relativamente semplice da comprendere e attivare, per questo risulta molto adatto anche a investitori alle prime armi.
  • Costi contenuti: gli investimenti passivi, non richiedendo particolari attività strategiche e tattiche nella selezione degli investimenti (ricordiamo che sono semplici repliche di indici), applicano costi di gestione tipicamente più bassi di quelli richiesti per le gestioni attive, che analizzeremo in seguito.
  • Diversificazione: l’articolata composizione del portafoglio è connaturata nell’investimento passivo, si pensi al nostro esempio sull’S&P 500.
  • Trasparenza: trattandosi di repliche di indici pubblicamente noti, è molto più immediato conoscere la composizione del proprio portafoglio rispetto a una gestione attiva.

Svantaggi della gestione finanziaria passiva

In finanza spesso si afferma che “non esistono pasti gratis”, un modo di dire che serve a spiegare, in maniera immediata, che non esistono scelte che presentino esclusivamente dei vantaggi.

Ogni decisione ha anche dei “contro”; vediamo quelli legati alla gestione finanziaria passiva:

  • Assenza di flessibilità: seguendo degli indici predefiniti, non è possibile fare degli “aggiustamenti” del portafoglio volti a contenere le conseguenze di fasi particolarmente ribassiste, o a cogliere nuove opportunità di mercato che esulano da quel dato indice.
  • Rendimenti limitati: l’investitore può puntare esclusivamente al rendimento medio dell’indice, al netto delle commissioni, e non a “battere” i mercati finanziari ottenendo rendimenti superiori.
  • Mancata copertura di tutti i mercati: per loro natura, le gestioni passive non si adattano a tutti i mercati e settori, dunque in alcuni casi potrebbe non esistere un indice consolidato e rappresentativo a cui agganciare lo strumento finanziario.
  • Ritardo nella reattività: i cambiamenti nella composizione dell’indice sottostante possono essere replicati con un certo ritardo nella gestione passiva, il che può comportare un mancato adattamento tempestivo alle condizioni del mercato, con eventuali perdite.

Insomma, vantaggi come economicità, trasparenza e semplicità della gestione passiva possono avere come contrappeso una scarsa flessibilità e una mancata protezione dalle turbolenze finanziarie.

Ecco perché è sempre bene scegliere conoscendo i pro e i contro degli investimenti.

Cos’è la gestione finanziaria attiva?

La gestione finanziaria attiva è una strategia di investimento in cui i gestori di portafoglio fanno le proprie scelte di investimento con l’obiettivo di superare la performance degli indici di riferimento, attraverso due attività principali:

  • una strategia basata sull’attenta selezione dei titoli su cui investire e sulla composizione degli stessi all’interno del portafoglio;
  • una gestione attiva, appunto, delle tempistiche relative a investimenti, disinvestimenti e spostamenti dei fondi allocati nel portafoglio.

In sostanza, i gestori selezionano attivamente i titoli in cui investire, che possono essere dunque un mix di azioni, obbligazioni e altri strumenti finanziari, composti sulla base del rapporto rischio/rendimento desiderato e degli obiettivi di investimento selezionati.

Anche in questo caso, tuttavia, esistono pro e contro che occorre tenere in considerazione.

Vantaggi della gestione finanziaria attiva

Vediamo quali sono i vantaggi legati alla scelta di una gestione attiva per i propri investimenti:

  • Rendimenti potenzialmente superiori: la gestione attiva punta a superare le performance di mercato, di conseguenza le performance attese possono superare quelle delle gestioni passive.
  • Flessibilità: questo tipo di gestione comporta un’elevata capacità di adattamento alle mutate condizioni di mercato, attraverso delle decisioni tattiche che modificando rapidamente la strategia di partenza permettono di cogliere le opportunità e mitigare i rischi.
  • Personalizzazione: la selezione dettagliata degli investimenti riduce al minimo la standardizzazione, in modo da personalizzare le scelte per adeguarle alle specifiche esigenze dell’investitore, ad esempio la sua elevata o ridotta propensione al rischio, le preferenze in tema di sostenibilità, ecc…;

Svantaggi della gestione finanziaria attiva

Anche in questo caso, come detto, bisogna valutare i possibili svantaggi cui si può andare incontro con una gestione attiva.

Vediamo i principali:

  • Costi elevati: dovendo lavorare su una strategia personalizzata, attivando tutti gli aggiustamenti necessari, si è esposti a possibili commissioni di gestione e costi operativi più alti rispetto ai fondi passivi.
  • Maggiori rischi: i rendimenti attesi più elevati hanno, come contrappeso, un aumento del rischio potenziale e dunque della possibilità di mancare gli obiettivi in termini di performance.
  • Volatilità del portafoglio: comportando frequenti operazioni di compravendita sui mercati, la gestione attiva potrebbe essere più volatile di una gestione passiva e presentare maggiori oscillazioni difficili da “sopportare” da parte dell’investitore.
  • Complessità: la gestione attiva non è di immediata comprensione da parte degli investitori inesperti e necessita di un enorme flusso di informazioni e di competenze specifiche per investire in maniera efficace sui mercati. Proprio per questo, si tratta di un’attività che va svolta assolutamente in maniera professionale.

Insomma, la gestione attiva consente di puntare a rendimenti più elevati e di ottenere una maggiore flessibilità rispetto a quella passiva, tuttavia rischi e complessità risultano essere maggiori.

Bisogna poi ricordare, come già detto in questi paragrafi, che ogni scelta deve essere fatta sulla base dei propri obiettivi di risparmio e investimento, che possono differire anche in maniera consistente tra un investitore e l’altro ma anche nelle strategie dei singoli investitori, che possono, ad esempio, perseguire finalità di breve periodo, come tutelare la propria liquidità dall’inflazione o di medio/lungo periodo come avere una pensione integrativa.

La gestione finanziaria dei fondi pensione negoziali

Nel perseguire l’obiettivo primario di erogare una pensione integrativa ai propri aderenti, i fondi pensione negoziali come Fondo Priamo prediligono, nella quasi totalità dei casi, la gestione attiva (più precisamente, essa rappresenta il 93,7% del patrimonio gestito secondo i dati Mefop).

Questo consente loro di essere maggiormente resilienti rispetto alle turbolenze di mercato e, come visto, di perseguire due importanti finalità:

  • puntare a un rendimento potenziale più elevato rispetto alle gestioni passive;
  • proteggere gli investimenti attraverso rimodulazioni tattiche dei portafogli.

Non va sottovalutato, poi, il fatto che l’operato dei fondi pensione rientra in un quadro normativo e di vigilanza che tutela questa fondamentale forma di investimento, considerata uno dei pilastri del sistema previdenziale italiano.

Occorre, infine, fare un cenno ai costi, uno degli svantaggi della gestione attiva rispetto a quella passiva. Infatti, essendo istituiti senza scopo di lucro, i fondi pensione negoziali possono applicare ai propri aderenti costi molto contenuti, riducendo al minimo questo svantaggio e rendendo la gestione attiva “più conveniente” per gli investitori vista la minore incidenza delle spese applicate.

Per approfondire, invitiamo a leggere anche la nostra guida Come vengono investiti i contributi dal Fondo Pensione.

Scopri tutti i vantaggi del Fondo Priamo. Contattaci!

Il campi segnalati da (*) sono obbligatori

Articoli correlati