Il 2023 porta con sé buone notizie per i fondi pensione e per i loro aderenti. Dopo un 2022 complesso per i mercati finanziari, dunque anche per la previdenza complementare, il nuovo anno dimostra fin da subito la capacità di resilienza dei fondi.
In questo articolo vedremo quali sono i dati forniti attraverso gli indici BFF e le possibili letture. Anche grazie all'allargamento dell’osservazione agli ultimi quindici anni, analizzeremo poi la centralità dell’orizzonte temporale lungo quando si osservano le performance dei fondi pensione e si prendono delle decisioni riguardanti il proprio futuro previdenziale.
Infine, valuteremo tutti gli altri fattori che entrano in gioco quando si sceglie di aderire a un fondo pensione per costruire la propria pensione integrativa.
BFF banking Group ha elaborato gli indici BFF (Banca FarmaFactoring) con l’obiettivo di mettere a disposizione dei fondi pensione e dei propri aderenti alcuni indicatori in grado di rappresentare in modo sintetico l’andamento del Settore.
Gli indici BFF riguardano in particolare:
Veniamo ai dati relativi al primo trimestre 2023, che portano con sé buone notizie dopo un 2022 delicato per il risparmio previdenziale.
Nel dettaglio:
Nel singolo mese di marzo, considerando tutti i comparti nel loro complesso, i fondi pensione negoziali hanno guadagnato l’1% e quelli aperti lo 0,9%. In particolare, i comparti Bilanciati degli FPN sono cresciuti dell’1,3% mentre gli Obbligazionari degli FPA segnano un +1,2%.
I fondi pensione, dunque, mostrano chiari segnali di ripresa con performance positive che ormai coinvolgono tutti i comparti, inclusi i Monetari e gli FPA Obbligazionari, che a differenza di tutti gli altri erano ancora negativi nel quarto trimestre del 2022.
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Gli indici BFF del primo trimestre 2023 offrono un interessante dato in più, ampliando l’orizzonte temporale di osservazione agli ultimi quindici anni, un lasso di tempo che maggiormente rappresenta il risparmio previdenziale rispetto alle analisi di breve periodo.
Con un arco temporale di quindici anni, si rileva che i fondi negoziali hanno guadagnato in media il 2,9% all’anno e i fondi aperti il 2,2%. In entrambi i casi a trainare sono i comparti Azionari (+4,8% i FPN e +3,9% i FPA).
Tutti segni “più” che, osservati insieme ai trend positivi dell’ultimo trimestre, confermano l’importanza dell’orizzonte temporale lungo quando si fanno scelte previdenziali o si valuta l’andamento della propria posizione individuale, specie quando si valuta di:
Decisioni importanti per il proprio futuro previdenziale che non dovrebbero essere prese sulla base degli andamenti di un singolo anno o dell’emotività legata a fattori contingenti. Infatti, se non adeguatamente ponderate, in un momento di instabilità economico-finanziaria queste scelte portano all’unico risultato di consolidare le perdite a proprio carico, mentre sarebbe più opportuno attendere che le flessioni nei rendimenti vengano riassorbite nel tempo dall’attività di investimento dei fondi.
Ciò è emerso con forza nel corso del 2022, un anno per certi versi “unico nel suo genere” che ha visto combinarsi una serie di fattori negativi (crisi post pandemica, guerra in Ucraina, crisi energetica, inflazione e conseguenti politiche monetarie restrittive).
I dati di inizio 2023 mostrano plasticamente la resilienza dei fondi pensione che, nonostante possano essere sebbene sottoposti a innumerevoli shock, hanno rapidamente ritrovato un andamento positivo.
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Nel primo trimestre 2023, Fondo Priamo inverte la tendenza del 2022, facendo registrare valori positivi e decisamente superiori alla media di mercato.
Secondo la rilevazione al 31/03/2023, come riportato dall’articolo di Milano Finanza dello scorso 15 aprile, Priamo è tra i fondi pensione negoziali che hanno registrato i migliori rendimenti su due dei tre comparti in gestione. In particolare, il comparto Bilanciato Sviluppo ha ottenuto un rendimento positivo del 3,30%, decisamente superiore rispetto alla media dei comparti bilanciati per i quali si calcola una performance media di 2,48%, ponendosi in prima posizione su sedici comparti equiparabili per asset allocation strategica (AAS).
Anche la linea obbligazionaria mista di Priamo (comparto Bilanciato Prudenza) è riuscita a ottenere un ottimo rendimento, pari a 2,07%. Quest’ultimo si colloca al secondo posto su nove comparti comparabili per AAS dei Fondi negoziali.
Più contenuto risulta, invece, il recupero del comparto Garantito Protezione in quanto, in questa prima fase, ha registrato un rendimento minore rispetto alla media dei garantiti (0,48% contro una performance media dello 0,96%). Questo rendimento meno brillante è certamente dovuto all’avvio del nuovo mandato di gestione, operativo dal 1° marzo 2023, e all’entrata a regime della nuova politica d’investimento che, superata la fase di avvio, consentirà, con buone possibilità, di migliorare la redditività del comparto.
Le performance del fondo pensione non sono l’unico fattore su cui basare le proprie scelte per il risparmio previdenziale.
Agli aderenti sono offerti una serie di benefici che concorrono a formare un articolato percorso verso la costruzione di una pensione integrativa.
Nel dettaglio:
Ricordiamo, infine, che i fondi negoziali come Priamo sono istituiti senza scopo di lucro e, operando nell’esclusivo interesse degli aderenti, possono applicare costi di gestione più contenuti rispetto a tutte le altre forme di previdenza complementare, quali fondi aperti e PIP.
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Approfondiamo quanto emerso dalla relazione annuale COVIP del 2023, analizzando gli indicatori socio-demografici relativi agli aderenti alla previdenza complementare.
Secondo il Rapporto Edufin 2023 il 17% del campione analizzato risulta iscritto alla previdenza complementare. Approfondiamo.
Solo circa il 17% degli italiani ha aderito a fondi negoziali, aperti o PIP. Ecco le ragioni della mancata adesione.
Vediamo perché è fondamentale promuovere le conoscenza e incentivare l’adesione alla previdenza complementare.
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