La pensione di inabilità, pur essendo un provvedimento permanente che accompagna il soggetto percettore fino alla pensione di vecchiaia, può essere soggetta a revisione nel caso vi siano dei cambiamenti, ad esempio un recupero che porti l’invalidità al di sotto del 100%.
Vediamo come funziona la revisione della pensione di inabilità, in che modo tutelarsi al meglio e quali sono i benefici legati all’adesione alla previdenza complementare.
La pensione di inabilità è una prestazione INPS prevista per i lavoratori in condizione di assoluta e permanente impossibilità di lavorare.
Si tratta di una prestazione che ha carattere permanente, a differenza della pensione di invalidità, che ha invece una durata temporanea di 3 anni.
Tuttavia, la pensione di inabilità è soggetta a revisione periodica da parte della commissione dell’INPS, per verificare che sussista l’assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa a causa di infermità o difetto fisico o mentale.
A seguito del procedimento di revisione, la prestazione può essere:
Il procedimento di revisione è regolamentato dall'art. 9 della legge 222/1984, e può essere avviato su iniziativa:
Il mutamento delle condizioni, o la sussistenza dei requisiti, devono essere opportunamente documentati producendo tutta la certificazione sanitaria necessaria, anche da parte del titolare della prestazione (che è bene sia sempre pronto a dimostrare la propria inabilità con visite periodiche aggiornate).
Se, a seguito dell’accertamento, si verifica un cambiamento nelle condizioni del titolare della prestazione, il pagamento della pensione verrà interrotto o trasformato in assegno di invalidità a partire dal mese successivo a quello in cui è stato eseguito l'accertamento.
Infine, ricordiamo che se il soggetto interessato rifiuta, senza giustificato motivo, di sottoporsi agli accertamenti disposti dall’INPS, l’Istituto può applicare un provvedimento di sospensione del pagamento della pensione per tutto il periodo in cui non è possibile procedere agli accertamenti stessi.
Gli iscritti al Fondo Priamo, in caso di inabilità, possono beneficiare del riscatto totale o parziale del capitale accumulato. Dunque, aderendo al Fondo e scegliendo la previdenza complementare, si può ottenere una tutela aggiuntiva non solo per il momento della pensione di vecchiaia, ma anche nei malaugurati casi in cui non si possa più lavorare prima di aver maturato i requisiti per il ritiro dal lavoro.
Il diritto al riscatto, totale o parziale, matura anche al verificarsi delle seguenti condizioni:
Se questi eventi si verificano nei 5 anni che precedono il pensionamento, l’iscritto può chiedere direttamente la prestazione di pensione complementare o la RITA (Rendita Integrativa Temporanea Anticipata).
Leggi anche il nostro approfondimento Pensione di inabilità: chi può richiederla?
Vediamo cos’è la pensione di inabilità, di che cosa si tratta, chi ne ha diritto, quali sono i requisiti necessari per farne domanda e come richiederla.
Approfondiamo quanto emerso dalla relazione annuale COVIP del 2023, analizzando gli indicatori socio-demografici relativi agli aderenti alla previdenza complementare.
Secondo il Rapporto Edufin 2023 il 17% del campione analizzato risulta iscritto alla previdenza complementare. Approfondiamo.
Solo circa il 17% degli italiani ha aderito a fondi negoziali, aperti o PIP. Ecco le ragioni della mancata adesione.
Scopri tutti i vantaggi del Fondo Priamo. Contattaci!
Il campi segnalati da (*) sono obbligatori