Che cosa succede se vivi più a lungo di quanto hai previsto quando hai messo via i tuoi risparmi? Se quanto accantonato non è sufficiente a coprire tutti gli anni della tua vita, cosa accade?
Stiamo parlando del cosiddetto rischio di longevità o longevity risk, un rischio di cui tenere conto nelle tue scelte di risparmio e investimento presenti, per evitare in futuro di cadere in una condizione di povertà senile.
Approfondiamo insieme questo concetto così importante, al quale iniziare a pensare il prima possibile.
Il rischio di longevità o longevity risk è il rischio legato all’allungamento della vita media.
Davvero vivere sempre più a lungo può essere considerato un rischio e non soltanto un’ottima notizia? Se prendiamo in considerazione le condizioni finanziarie di un individuo, la risposta è “sì”.
Questo, perché la crescita della speranza di vita porta con sé un allungamento del periodo della vita in cui non si lavora più, il periodo della pensione, insomma, che va dal momento del ritiro dal lavoro al momento della morte.
Se il periodo di congedo dal lavoro si allunga, è possibile che pensione pubblica e risparmi accumulati, al fine di mantenere un adeguato tenore di vita, non bastino.
Pensione e vecchiaia sono temi che si tendono a rimandare, soprattutto se si è giovani e molto giovani.
Potresti pensare, erroneamente, che non è ancora il momento di occupartene, che c’è ancora tanto tempo e che in fin dei conti ci penserà il sistema pensionistico.
Ma come abbiamo visto nel nostro articolo dal titolo “Qual è la differenza tra pensione contributiva e retributiva”, gli assegni da pensione pubblica si stanno assottigliando.
Dunque, gestire prima possibile i propri risparmi e investimenti pensando già al momento dell’uscita dal mercato del lavoro, può essere fondamentale.
In questo modo è possibile evitare di finire in condizioni di povertà senile proprio negli ultimi anni di vita, in cui presumibilmente si avrà un maggior bisogno di risorse anche semplicemente per le condizioni di salute precarie legate all’invecchiamento.
Occuparsi di integrare la pensione futura aderendo ad un fondo pensione fin da giovani, significa ad avere a disposizione un orizzonte temporale molto lungo, utile anche in funzione del rischio di longevità.
I soggetti più giovani hanno, infatti, la possibilità di selezionare nei primi anni dei comparti di investimento con un più elevato livello di rischio ottenendo dunque alti rendimenti, e in seguito possono ridurre rischio e rendimenti con il passare degli anni e in vista del momento del pensionamento.
In sostanza, rendimenti più elevati e un maggior accumulo di denaro sul fondo (grazie a un importante numero di anni che intercorre tra l’adesione al fondo e il pensionamento) possono contribuire ad abbassare il livello di longevity risk, garantendo un assegno pensionistico più sostanzioso e che copra la possibilità di vivere finanziariamente sereni anche in caso di superamento dell’età media.
Aderire prima possibile a un fondo pensione in giovane età tutela maggiormente dal rischio di longevità, dal momento che avendo un orizzonte temporale più ampio a disposizione, si possono ottenere:
Di seguito elenchiamo alcuni vantaggi dell’adesione al Fondo Pensione Priamo, che consente di:
Per tutte le informazioni di dettaglio vai alla nostra pagina Chi può aderire.
Approfondiamo quanto emerso dalla relazione annuale COVIP del 2023, analizzando gli indicatori socio-demografici relativi agli aderenti alla previdenza complementare.
Secondo il Rapporto Edufin 2023 il 17% del campione analizzato risulta iscritto alla previdenza complementare. Approfondiamo.
Solo circa il 17% degli italiani ha aderito a fondi negoziali, aperti o PIP. Ecco le ragioni della mancata adesione.
Vediamo perché è fondamentale promuovere le conoscenza e incentivare l’adesione alla previdenza complementare.
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