L’adesione al fondo pensione da parte di un lavoratore coinvolge, di fatto, anche l’azienda, chiamata a sostenere dei costi “extra”, ma anche a godere di numerosi benefici riconosciuti dallo Stato, per incentivare questa forma di investimento per il futuro, sempre più importante per preservare il proprio tenore di vita al momento del pensionamento.
In questo articolo analizzeremo le varie tipologie di versamento che possono riguardare i datori di lavoro, prendendo a riferimento gli importi relativi al Fondo Priamo per avere degli ordini di grandezza concreti.
Andremo poi a osservare quali sono gli importanti benefici, in termini fiscali e organizzativi, riservati alle aziende in caso di adesione del lavoratore al fondo pensione.
Infine, scopriremo perché i versamenti al fondo pensione da parte dell’azienda dovrebbero essere considerati una forma di investimento strategica volta a fidelizzare il lavoratore e ad accrescere il benessere aziendale.
In caso di adesione dei propri dipendenti a un fondo pensione negoziale, oltre al versamento degli accantonamenti del TFR maturando, le aziende potrebbero essere tenute a versare degli importi a proprio carico, a determinate condizioni.
Approfondiamo, prendendo come riferimento il caso specifico di un lavoratore aderente a Priamo che, ricordiamo, si rivolge ai lavoratori dipendenti:
Inoltre, possono aderire al Fondo i lavoratori cui si applica il CCNL dei Settori:
Nel caso dei fondi pensione negoziali come Priamo, è previsto un contributo a carico del datore di lavoro a fronte dell’attivazione, da parte del lavoratore, di un contributo mensile a proprio carico aggiuntivo rispetto al versamento del TFR.
Il contributo che il datore di lavoro deve versare varia a seconda del CCNL di riferimento, e si determina applicando l’aliquota stabilita dal contratto alla retribuzione lorda.
Per fare un esempio, nel caso dei lavoratori dipendenti cui si applica il CCNL del Trasporto pubblico locale, il lavoratore deve versare almeno il 2% per ottenere il contributo aggiuntivo del 2% a carico dell’azienda.
Le diverse contribuzioni per ciascun CCNL sono indicate nel dettaglio alla nostra pagina Quanto contribuire.
Per approfondire questo importante tema, invece, consigliamo la lettura della nostra guida Come funziona il contributo dell'azienda al fondo pensione.
Per i lavoratori a cui si applicano i CCNL Autoferrotranvieri Internavigatori - Mobilità e TPL e Noleggio Autobus con conducente e le relative attività correlate, esiste un’ulteriore forma di contribuzione “d’ufficio” a carico dell’azienda.
Il rinnovo del contratto, infatti, ha esteso le tutele di welfare riconoscendo a tutti i lavoratori del Settore il diritto a ricevere un contributo contrattuale da parte dell'azienda, da destinare appunto alla previdenza integrativa. Si parla, in questi casi, di adesione contrattuale al Fondo, in quanto il lavoratore viene iscritto al momento dell’assunzione con il solo contributo versato dall’azienda.
I lavoratori che hanno diritto a questa forma di contribuzione ottengono un versamento sulla propria posizione in Fondo Priamo pari a 90 euro annui lordi. Ricordiamo che anche gli iscritti in forma contrattuale possono, in qualunque momento, scegliere di aderire in modo esplicito a Priamo, così da beneficiare appieno di tutte le opportunità che l’adesione comporta.
Per approfondire questo tema, consigliamo la consultazione della nostra pagina Come aderire, e la lettura dell’articolo I vantaggi dell'adesione esplicita al Fondo Pensione.
Precisiamo, infine, che al momento dell’adesione a Fondo Priamo l’azienda è tenuta a pagare una quota di iscrizione una tantum che ammonta a 10,32 euro, di cui 5,16 euro a carico del lavoratore e 5,16 euro a carico del datore di lavoro.
Non sono invece previste spese di iscrizione per le adesioni contrattuali di cui abbiamo parlato nel paragrafo precedente.
Veniamo ora ai vantaggi riconosciuti alle aziende i cui lavoratori aderiscono a un fondo pensione negoziale.
Partiamo dagli interessanti aspetti fiscali legati alla contribuzione derivante dall’adesione al fondo pensione da parte dei dipendenti:
Inoltre, l’azienda ottiene un risparmio indiretto: la mancata rivalutazione del TFR (1,5% + 75% dell’inflazione, che dovrebbe invece accantonare se il trattamento di fine rapporto fosse mantenuto in azienda).
In caso poi di attivazione del contributo aggiuntivo a carico del datore di lavoro, l’importo versato è interamente deducibile dal reddito d’impresa, dunque rappresenta una voce di costo utile ad abbattere l’imponibile.
La possibilità di aderire a un fondo pensione rappresenta sempre di più un importante benefit per attrarre e trattenere talenti in azienda.
Come abbiamo visto, a fronte di costi esigui - che sono però ampiamente compensati da una serie di benefici fiscali - l’azienda può contare su un fattore che per i dipendenti può costituire un interessante valore aggiunto.
Il versamento del TFR al fondo pensione, poi, può costituire un supporto nella gestione finanziaria di questo obbligo, in quanto il versamento avviene mensilmente, evitando l’accumulo di un debito nei confronti dei dipendenti che potrebbe generare difficoltà finanziarie future.
Infine, l’adesione al fondo pensione comporta una notevole semplificazione dal punto di vista amministrativo, dal momento che i versamenti al fondo vengono integrati in busta paga insieme a tutti gli altri adempimenti in termini di trattenute, e non è più necessario:
Per tutto quanto concerne il trattamento di fine rapporto, vai alla nostra guida TFR in azienda o in un fondo pensione: come scegliere?
Se la scelta di aderire al fondo pensione è indubbiamente un investimento che i lavoratori fanno per il proprio futuro previdenziale, anche per le imprese questa scelta e i costi sostenuti possono rappresentare un interessante investimento sul proprio presente e futuro.
Abbiamo infatti visto che il fondo pensione negoziale costituisce sempre di più un elemento di attrattività e di fidelizzazione dei propri dipendenti, che legano il proprio progetto lavorativo anche a quello previdenziale.
Inoltre, come visto, i versamenti al fondo possono contribuire a una migliore pianificazione del carico fiscale, viste le maggiori deduzioni riconosciute dal legislatore italiano.
Ecco perché le imprese dovrebbero contribuire attivamente alla promozione dell’adesione dei propri dipendenti, in modo da attivare un circolo virtuoso che distribuisce benefici a tutti gli attori interessati, nella tipica ottica “win win” in cui tutti ottengono dei vantaggi, migliorando il benessere aziendale nel suo complesso.
Il welfare aziendale sta acquisendo un ruolo sempre più centrale per aziende e lavoratori, e uno dei benefit più apprezzati è la previdenza complementare.
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