La deduzione fiscale dei contributi versati al fondo pensione negoziale rappresenta un vantaggio particolarmente interessante per chi sceglie questa forma di investimento previdenziale. I contributi versati al fondo, infatti, riducono direttamente il reddito imponibile, entro un limite annuo massimo di 5.164,57 euro.
In questo articolo analizzeremo come funziona la deduzione fiscale al fondo pensione negoziale, quali contributi sono interessati e in che modo gli aderenti stanno sfruttando, o meno, questa opportunità.
Esamineremo poi i vantaggi offerti dalla deduzione fiscale, approfondendo la struttura dell’imposizione IRPEF e valutando l’impatto della riduzione del reddito imponibile sull’imposta.
Infine, esploreremo tutte le possibilità a disposizione degli aderenti al fondo pensione per aumentare la contribuzione e, di conseguenza, massimizzare i benefici fiscali derivanti dalla deduzione.
Tra i vantaggi fiscali riservati agli aderenti ai fondi pensione negoziali spicca la deduzione dei contributi versati, che permette di ridurre il reddito imponibile e, di conseguenza, le imposte dovute.
La deduzione è concessa annualmente entro un limite massimo di 5.164,57 euro e si applica alle seguenti forme di contribuzione:
Ricordiamo che il TFR non rientra tra i contributi deducibili, poiché costituisce una forma di reddito differito. Esso è soggetto a tassazione separata al momento della liquidazione.
Infine, ricordiamo che qualora l’aderente superi la soglia annua di deducibilità sopra menzionata, non perde il beneficio fiscale. In questo caso, infatti, l’esenzione viene semplicemente posticipata al momento della prestazione, a condizione che l’iscritto effettui una comunicazione annuale al fondo relativa ai contributi non dedotti.
Esaminiamo ora i dati elaborati da Itinerari Previdenziali sulla base delle rilevazioni COVIP contenute nella Relazione per l’anno 2023, concentrandoci sull’utilizzo delle deduzioni fiscali da parte degli aderenti alla previdenza complementare.
Nel 2023, gli iscritti alle varie forme di previdenza complementare (fondi negoziali, fondi aperti, PIP e fondi preesistenti) hanno versato contributi deducibili compresi tra 4.500 e 5.500 euro nell’8,9% dei casi. Questo significa che meno di un aderente su dieci ha sfruttato al massimo la deducibilità annuale prevista.
Coloro che hanno superato la soglia dei 5.500 euro rappresentano il 3,1% del totale, mentre l’88% degli aderenti versa contributi inferiori al limite massimo. Tra questi, il 60% si ferma addirittura sotto i 1.000 euro annui.
Per quanto riguarda i fondi pensione negoziali, la deduzione fiscale risulta ampiamente sottoutilizzata. Analizzando i dati relativi agli aderenti versanti, ossia coloro che hanno effettuato almeno un versamento nell’anno:
Questi dati evidenziano come gli aderenti alla previdenza complementare, e in particolare quelli iscritti ai fondi negoziali, non sfruttino pienamente l’opportunità della deduzione fiscale, rinunciando di fatto a un importante beneficio economico.
La deduzione fiscale rappresenta un beneficio significativo, con effetti immediati in busta paga per i contributi versati dal lavoratore e dall’azienda.
La convenienza deriva dalla struttura progressiva a scaglioni dell’IRPEF, che consente, attraverso la riduzione del reddito imponibile, di ottenere risparmi fiscali rilevanti. Dal 2024, considerando la no tax area per redditi fino a 8.500 euro, le aliquote e gli scaglioni IRPEF sono i seguenti:
La possibilità di dedurre fino a 5.164,57 euro dal reddito imponibile diventa particolarmente vantaggiosa per chi percepisce redditi compresi tra 28.000 e 50.000 euro. In questi casi, la deduzione può consentire di rientrare nello scaglione IRPEF inferiore, riducendo significativamente la percentuale d’imposta da pagare.
È quindi essenziale considerare questa opportunità e valutare la possibilità di aumentare la contribuzione per ottenere un doppio vantaggio:
Per approfondire tutte le agevolazioni previste, consigliamo la lettura del nostro articolo I benefici fiscali per gli aderenti ai fondi pensione.
Per sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla deduzione fiscale nei fondi pensione negoziali, esistono diverse strategie che possono essere adattate alla situazione specifica dell’aderente.
Vediamole insieme.
Se si contribuisce al fondo pensione solo attraverso il TFR, è consigliabile valutare l’attivazione di una contribuzione minima a proprio carico. Questa viene prelevata direttamente in busta paga e versata al fondo, con tre vantaggi principali:
Il costo è contenuto, trattandosi di una piccola percentuale dello stipendio. Ad esempio, nel caso del Fondo Priamo, la percentuale varia dall’1 al 2% a seconda del CCNL applicato. Per maggiori dettagli, è possibile consultare la Scheda “I destinatari e i contributi” della Nota Informativa.
Chi ha già attivato la contribuzione a proprio carico può decidere di aumentare la percentuale prelevata dallo stipendio per multipli di 0,5.
Questo consente di accrescere l’accumulo periodico sulla propria posizione individuale e di ottenere un beneficio fiscale ancora maggiore.
I versamenti volontari una tantum sono particolarmente utili a fine anno. Conoscendo gli importi già dedotti in busta paga, l’aderente può verificare se ha sfruttato completamente la deduzione annua.
In caso contrario, un bonifico diretto al fondo consente di incrementare rapidamente la contribuzione, scegliendo liberamente l’importo senza vincoli temporali.
L’adesione dei familiari fiscalmente a carico, come i figli minori, è una scelta lungimirante per offrire loro una solida base per la pensione integrativa.
In questo caso:
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