Al momento dell’adesione al fondo pensione, o in qualsiasi fase successiva, il lavoratore può decidere di aggiungere un contributo individuale e volontario, determinato in misura percentuale rispetto alla retribuzione, da affiancare ai versamenti periodici del TFR.
In questo articolo vedremo cos’è il contributo del lavoratore e quali vantaggi comporta scegliere di attivarlo.
Vedremo, poi, lo stretto legame esistente tra questa forma di contribuzione e quella a carico del datore di lavoro, beneficio riservato agli aderenti ai fondi pensione negoziali come Fondo Priamo.
Infine, scopriremo in che modo il lavoratore iscritto a Priamo può avviare la contribuzione a proprio carico e, di conseguenza, ricevere quella del datore di lavoro.
Il contributo del lavoratore consiste in una forma di contribuzione mensile, trattenuta direttamente in busta paga dal datore di lavoro e poi versata al fondo pensione.
Il lavoratore è libero di stabilire la percentuale del proprio stipendio da destinare a questo scopo, nel rispetto della percentuale minima definita dal proprio CCNL di appartenenza. Da questa scelta derivano una serie di vantaggi, tra cui i seguenti:
Tutti questi benefici di natura finanziaria comportano un risparmio in termini fiscali e un maggior accumulo di capitale, che consente di perseguire più agevolmente i propri obiettivi di tutela del tenore di vita una volta raggiunto il momento del pensionamento.
Tutte le aliquote minime contributive previste per i diversi CCNL che fanno capo a Fondo Priamo sono indicate nella nostra pagina denominata Quanto contribuire e nella Nota Informativa.
L’attivazione del contributo a carico del datore di lavoro è un elemento estremamente interessante, trattandosi di un vantaggio riservato ai soli iscritti a un fondo pensione negoziale che “scatta” nel momento in cui il lavoratore decide di versare il contributo a proprio carico in aggiunta al TFR.
Grazie a esso, infatti, l’aderente può accrescere il proprio montante accumulato nel fondo pensione attraverso un flusso finanziario costante in capo all’azienda. Nel complesso, la propria posizione previdenziale sarà dunque alimentata da:
Per questa componente contributiva, il datore versa una somma, mentre il lavoratore ne gode i frutti al momento della prestazione finale.
Per chiarire meglio, prendiamo ad esempio alcune delle percentuali fissate da alcuni dei CCNL che prevedono l’adesione a Fondo Priamo:
Insomma, la contribuzione può raddoppiare, o più che raddoppiare, rispetto al versamento minimo del lavoratore.
Chiudiamo ricordando che:
Per approfondire il tema invitiamo a leggere la nostra guida Come funziona il contributo dell'azienda al fondo pensione.
Il contributo del lavoratore può essere attivato direttamente in fase di adesione esplicita, con la compilazione del modulo di adesione disponibile sul sito del Fondo Priamo alla pagina Come aderire.
Nella sezione del documento denominata “Scelta della contribuzione”, infatti, è possibile scegliere di versare la contribuzione a proprio carico e quella a carico del datore di lavoro:
Il medesimo modello può tuttavia essere utilizzato anche in una fase successiva, nei casi in cui vi sia stata:
In ogni momento il lavoratore può scegliere di avviare la contribuzione a proprio carico e/o di modificare la percentuale prescelta.
Una volta indicate tutte le informazioni, incluse quelle da compilare a cura dell’azienda, il modulo deve essere inviato a mezzo raccomandata A/R a: Fondo Pensione Priamo - Via Federico Cesi, 72 - 00193 Roma. In alternativa può essere trasmesso via PEC all’indirizzo: segreteria@pec.fondopriamo.it
Ricordiamo che il versamento del contributo volontario da parte del lavoratore rappresenta un’opzione molto interessante da valutare per i numerosi benefici finanziari e previdenziali che ne derivano. Per questo si consiglia di prenderla in considerazione sia in fase di adesione che in momenti successivi.
Infine, invitiamo a leggere anche il nostro articolo Come funziona la contribuzione volontaria una tantum al fondo pensione?.
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