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Che cosa sono gli ETF (Exchange Traded Funds)

Gli ETF (Exchange Traded Funds) sono strumenti di investimento che si basano sulla gestione finanziaria passiva. Si fa presente in ogni caso che, negli ultimi anni, si è sviluppando anche un mercato di ETF a gestione attiva, il cui obiettivo è quello di investire in un portafoglio di titoli che viene scelto da un gestore, senza limitarsi a seguire un indice basato su regole già predeterminate.

In questo articolo ci focalizzeremo sul concetto di gestione passiva degli investimenti e la replica degli indici di borsa, mettendoli a confronto con la gestione attiva, per comprendere meglio le dinamiche che caratterizzano gli ETF.

Successivamente, analizzeremo il funzionamento e le principali caratteristiche di questi strumenti, introdotti negli Stati Uniti alla fine del secolo scorso e disponibili in Italia da oltre 20 anni.

Infine, approfondiremo i vantaggi e gli svantaggi per chi decide di investire i propri risparmi in questa forma di investimento.

Cos’è la gestione finanziaria passiva?

Per comprendere cosa sono e come funzionano gli ETF, è utile fare un passo indietro e chiarire la differenza tra gestione finanziaria attiva e passiva.

La gestione finanziaria attiva è una strategia di investimento in cui i gestori di portafoglio selezionano attentamente gli asset con l’obiettivo di ottenere performance superiori rispetto agli indici di riferimento, ossia ai mercati finanziari. Questa strategia si basa sulla scelta mirata degli strumenti da inserire nel portafoglio e sulla gestione delle tempistiche di acquisto, vendita e revisione della composizione del portafoglio. In altre parole, l’obiettivo della gestione attiva è creare una combinazione ottimale di titoli per massimizzare i rendimenti.

La gestione passiva, invece, mira semplicemente a replicare le performance di un indice di mercato specifico, copiandone integralmente la composizione. Ad esempio, l’indice FTSE MIB (Financial Times Stock Exchange, Milano Indice di Borsa) rappresenta i titoli delle principali società italiane e può essere preso come riferimento per un approccio passivo.

Per seguire questa strategia, vengono utilizzati strumenti come gli ETF (Exchange Traded Funds) che replicano fedelmente la composizione e le performance dell’indice a cui si riferiscono.

Come funzionano gli ETF?

Nati negli Stati Uniti nei primi anni '90 e introdotti nel mercato italiano nel 2002, gli ETF hanno guadagnato crescente popolarità negli anni.

Si tratta di fondi d'investimento scambiati in Borsa, simili alle azioni, il cui principale obiettivo è replicare l’andamento di un indice di mercato. Questo indice può includere azioni, obbligazioni, materie prime o altri strumenti finanziari. Investire in un ETF equivale dunque a “puntare” su un paniere di titoli che riflettono la composizione dell’indice di riferimento.

Gli ETF sono progettati per offrire liquidità e trasparenza. La maggior parte di essi non prevede commissioni di ingresso o uscita, rendendoli una scelta economica per gli investitori. Inoltre, è possibile acquistarli e venderli in qualsiasi momento durante l’orario di mercato. La trasparenza è massima, poiché la composizione del fondo è sempre consultabile: ad esempio, un ETF che replica il FTSE MIB avrà un portafoglio identico a quello dell'indice, assicurando risultati giornalieri corrispondenti.

In sintesi, gli ETF rappresentano una soluzione interessante per diversificare il proprio portafoglio grazie alla gestione passiva e ai costi contenuti. Offrono un modo semplice ed efficace per accedere a diversi mercati e asset class, rendendoli adatti a qualsiasi tipo di investitore.

Vantaggi e svantaggi degli ETF

Concludiamo esaminando alcune caratteristiche chiave degli ETF, per evidenziarne vantaggi e svantaggi come opzione di investimento.

  • semplici ma rigidi: gli ETF offrono un approccio intuitivo, particolarmente adatto agli investitori alle prime armi. Tuttavia, la loro fedeltà nel replicare un indice li rende poco flessibili. Non consentono, infatti, di adattare il portafoglio a mercati ribassisti (come in caso di un crollo di Borsa) o di cogliere nuove opportunità di investimento;
  • costi bassi e rendimenti medi: la gestione passiva degli ETF, priva di strategie complesse, permette di mantenere le commissioni notevolmente inferiori rispetto agli strumenti con gestione attiva. Tuttavia, ciò comporta che l’investitore otterrà rendimenti in linea con l’indice di riferimento, senza la possibilità di superare le performance del mercato;
  • diversificazione con limiti: gli ETF, grazie alla gestione passiva, offrono un'ampia diversificazione, includendo automaticamente una vasta gamma di titoli e riducendo così i rischi legati a singoli asset. Tuttavia, non tutti i mercati o settori dispongono di indici consolidati. Di conseguenza, alcune opportunità potrebbero rimanere fuori portata se ci si limita agli ETF;
  • trasparenti ma lenti: la trasparenza è uno dei punti di forza degli ETF. La composizione del portafoglio è sempre consultabile, poiché legata a indici pubblicamente noti. Tuttavia, i cambiamenti negli indici vengono recepiti con un certo ritardo, limitando la capacità di reagire rapidamente alle variazioni del mercato.

In conclusione, gli ETF rappresentano un’ottima soluzione per chi si avvicina al mondo degli investimenti. Tuttavia, chi avvia una pianificazione finanziaria a lungo termine, orientata a obiettivi specifici, dovrebbe valutare con attenzione vantaggi e limiti di tali strumenti per capire se siano realmente adatti alle proprie esigenze.

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