Ogni anno il Ministero dell’Economia e quello del lavoro, sulla base dei dati ISTAT sull’inflazione, stabiliscono la percentuale da applicare al meccanismo di rivalutazione delle pensioni pubbliche.
In questo articolo scopriremo cos’è il meccanismo di rivalutazione e come funziona, illustrando i diversi passaggi lungo la linea del tempo, dal momento che ogni rivalutazione si perfeziona nell’arco di un triennio.
Infine, vedremo come proteggere gli anni della pensione valutando attentamente l’adesione a una forma di previdenza complementare.
Ogni anno l’importo degli assegni pensionistici viene rivalutato sulla base dell'indice medio dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati.
Per intenderci, quindi, le pensioni vengono adeguate all’incremento dell’inflazione.
Questo meccanismo è definito anche “perequazione delle pensioni” e ha l’obiettivo di garantire, nel tempo, il principio di adeguatezza degli assegni pensionistici.
Leggi anche il nostro approfondimento Cos'è l'inflazione e perché spaventa un suo aumento.
La rivalutazione (o perequazione) riguarda tutti i trattamenti pensionistici pubblici, ovvero:
È riconosciuta sia alle pensioni dirette che a quelle ai superstiti, cioè alla pensione di reversibilità e alla pensione indiretta.
Inoltre, si applica alle prestazioni assistenziali, ovvero alle pensioni sociali e agli assegni sociali, nonché alle prestazioni e agli assegni a favore di mutilati, invalidi civili, ciechi e sordomuti.
Il calcolo della rivalutazione viene fatto annualmente sulla base dell’indice dei prezzi al consumo dell’ISTAT. In particolare, si fa riferimento alla variazione dell’indice FOI, cioè l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati al netto dei tabacchi.
Il Ministero dell’Economia e il Ministero del Lavoro, tipicamente a novembre di ogni anno e sulla base dei dati forniti dall’ISTAT (che si occupa di rilevare l’indice dei prezzi al consumo), pubblicano un decreto in cui indicano:
Se la percentuale definitiva determinata nell’anno in corso non coincide con quella provvisoria stabilita nell’anno precedente, avremo degli scostamenti. La differenza che si determina tra percentuale provvisoria e percentuale definitiva verrà conguagliata nell’anno successivo a quello della pubblicazione del decreto contenente il dato definitivo.
Per comprendere meglio questi delicati passaggi, prendiamo in considerazione gli assegni pensionistici di un ipotetico anno che chiameremo “T”. La rivalutazione viene fatta in tre step:
Per osservare l’effettiva applicazione di questo meccanismo, consigliamo la lettura del nostro articolo Rivalutazione pensioni 2024: come cambiano gli assegni.
Oltre alla rivalutazione ISTAT della pensione pubblica, che può tuttavia rappresentare un incremento esiguo dell’assegno pensionistico, è possibile contrastare gli effetti dell’inflazione futura anche aderendo a una forma di previdenza complementare come il Fondo Priamo.
In effetti, con il Fondo pensione Priamo - un fondo negoziale senza scopo di lucro che agisce nel solo interesse degli aderenti - è possibile:
Per maggiori informazioni sulle modalità di adesione al Fondo Priamo, invitiamo a consultare il nostro sito web www.fondopriamo.it.
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